Il dolore è basso. Cammina
— Anna Maria Farabbi
dentro le piante dei piedi.
Mi bruca la pancia.
Ma nell’ombelico profondo
mia madre canta.
*
il sogno è di una fiamma chiara e dice fammi divertire –
ma non sapevo come. dalla catena scherzosa e rotta in c. dei rapporti si esce: punta puntata, pietra scagliata, spaccare l’osso, colpire…
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Credo che lo stato di salute della poesia in Italia sia buono, in realtà. La mia esperienza…
Poeticut Videoscritture nasce dal desiderio, desiderio di prendere sul serio un rapporto d'amore lunghissimo che ancora vive un po' nell'ombra, nell'oscurità, che ogni tanto si sa, si può e si…
di Umberto Fiori (Annuario di Manacorda; poi nella raccolta di saggi La poesia è un fischio,2007)
Per gli altri che guardano da fuori, le mie idee, i miei
sentimenti hanno un naso. Il mio…
Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?
Lo stato di salute della poesia è buono, o quantomeno discreto perché continuano ad uscire dei buoni…
Lo scorso giugno Poesia 2.0 annunciava una importante collaborazione con "Opera Prima", una brillante iniziativa editoriale aperta esclusivamente ai poeti inediti a cura di Flavio Ermini.
Nonostante i tempi stretti, l'estate,…
“…suggerisce un ritmo subito cancellato. Né questo né quello. Come direbbe Platone una tale ritmicità…”
Qui presento Un tale, una tale. Con questa rubrica vorrei inaugurare un modo di relazione in…
Grazie Amazon di aver creato Kindle, finalmente posso andare in treno con tutta la mia libreria, posso portarmi i 1400 volumi e scegliere cosa leggere; forse il tragitto Verona-Bologna in…
in verità non so dire
come se io non fossi anche
questo maglione a righe,
uno stivale per ogni piede,
questo conforto di aria fredda sulla faccia.
rappresentare il più minuscolo
degli anti-eroi in sordina:
rocambolesche conclusioni…
In un mondo perfetto, Chapman avrebbe ucciso Yoko Ono.
Ma questa è la poesia pronta all'uso, quella che succhia dai morti e che fa poca fatica, perchè i vivi non si…
(Le foto sono di Massimo Sannelli)
la donna semplice dice al figlio: io non so se tu mangi. dice: tu hai il diritto di essere sereno.
per elezione, la giovane e la giovane, con i tratti del viso – non bene visti – con gli occhi grandi e perfetti bianchi i denti, che sembrano sovrapporsi: la foto della prima, nel 1960, sul viso vero della seconda, oggi (poca luce, non fuori). alla più giovane, per cinque anni, dirò addio e vengo, a caso: come un uomo senza nervi, per mia vergogna.
alla terza notte, di dieci ore, che i capelli sono fatti
per la prima volta
le DUE TRECCE castane –
ora si sente, per la prima volta, senza dolore; per la prima volta, senza timore: di fronte ad una vita – che è l’anima di un altro – disarmata. ripeto. quando si mangia, senza ansia, e ride, e molto. è il più caldo novembre di questi anni; l’otto fu ieri. E il dolce intelletto, senza merito. «me ne vado, ti lascio nella sera», certo. ma è l’unico amore che ti resta. [se quel momento venisse, che faresti? ad una tua bambina, perché non cresca male – caramelle, gelato, cose buone, il bosco e gli animali, la tua presenza sempre – l’amerei più di te…) – è possibile. Sophie Marceau e Chiara Caselli – mostrare tutto, non nascondere, nella vita e nel film – e io chi sono, per nascondermi?
e in una MATTINA, non ancora liberata la mente – la presenza dei debiti, per la propria CONFUSIONE – la qualità dell’amore oscilla, di nuovo. quando accetti di amarmi?
Poi le trecce si sciolgono. visto al mattino, il sesso è lieve unto, un poco, tua vergogna. L’uomo ha pensato, in sogno ha desiderato. E bona dies. E dies irae.
*
questo non è ancora il giorno – Solo per mezz’ora, vieni?
sì.
e puoi?
questo è certo. mai un’ultima cena, non esattamente; ma la casa è costruita sulla roccia (grigia, con fasce bianche strette). Che vuoi di più? Il 9 marzo, anno 1973, Franca Rame muore per la prima volta. Veramente lo stesso giorno, quindici ore prima, l’«infanzia che trema» è stata concepita, senza intelletto, nel ventre vuoto, poi pieno. e calciamo i sassi, negli anni dopo, e non parliamo. È il chiaro vincolo. Viveva ancora Gadda, e viveva Rosselli; forse Bachmann (non ricordo); già non più Celan; e ancora Montale, pieno e denso, come una luna, molto vecchio. Aldo Busi rideva di Handke, e anche di Bernhard. La madre aveva 34 anni: presente. Che cosa hanno fatto, quelli? Tà, dé! Hanno fatto cose buone. Con talento, altri correvano meglio, per metà dell’Europa: di premio in premio, libro dopo libro.
6
C., l’amica, piegata, mostrava il seno o i fianchi e non sapeva. Mai nuda; mai veramente: solo percepita, nuda, da spacchi nel vestito, per caso. in foto, la schiena appare nuda, tatuata con scritti e angoli acuti – chi lo sapeva? Non ti conoscevo bene. Ancora, a lungo, per mesi, da buon servo inutile, guardare e non toccare. l’amica mi ha invitato a casa sua dopo anni: ha preparato cibo e lo offre. Lei vuole che io lo abbia,che io mangi; e che si sappia: ho mangiato. Non ho più fede in lei, nemmeno un grandissimo amore: fa male e dal male mi dissocio. In questa notte scende per caso il vestito. a lei il seno sta scoperto a lungo, non se ne accorge? Io osservo, mi giro, non è cosa per me.
*
il lavoro rimane nel disco rigido, per memoria; con memoria, telefonerai a Sanguineti, senza devozione; capirai il suo rispetto; e il tuo per lui. gli sei grato e riderai con lui, che dice: ecco, io sono vecchio. da quanti anni? ridi con lui, lascialo solo.
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This entry was posted on Wednesday, October 5th, 2011 at 21:33 and is filed under L'Aria, Rubriche, Slideshow, Ultimi articoli and tagged with foto, frammenti, frammenti in prosa, Massimo Sannelli, prosa, visual poetry. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed.
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