Sono così buono, deve essere lo spirito del natale, quasi quasi la smetto con questa propaganda sulla scomparsa dell’autore e rivendico il diritto della firmetta sul librino.
Sono così buono e credulone che potrei persino pensare che il punk sia nato con i Pistols e non con gli Stooges.
Sono così buono che a urlare contro il cielo ci lascio Ligabue, perché poi non serve e si passa anche da pirla.
Sono così buono che quasi mi illudo del ritorno della lirica, e Transtromer lo sento affrontabile: sorrido veramente alla sua riscoperta editoriale. Che magie che fa Stoccolma: sarà il freddo o il natale tutto l’anno, fatto sta che il Thomas ha la stessa leggibilità di un giallo svedese.
Sono così buono che in poesia mi piacerebbero gli Stones di Sticky Fingers e non i consigli alla James Taylor.
Sono così buono che questo ego brontolone e petulante, mi fa apparire la poesia veramente alla deriva, ma credo che si tratti della stridente frivolezza di queste festività magrette, di queste luminarie da città fragile.
Sono così buono che rischia di pacermi Fabri Fibra. D’altronde il rap-battle sostituisce il poetry slam: due trucchetti per impostare la voce, o quel candido entusiasmo che è solo turbolenza.
Se mi occupassi ancora seriamente di moda vedrei tre quarti dei versetti in giro come esercizio di glam style, un’occhiatina al fashion, ma senza esagerare, ma sono così buono, come chi giudica gli Zeppelin solo dal volume 4.
Sono così buono che ritengo sempre giusto partecipare ai convegni anche se siamo in pochi. Sono così buono da essere tollerante anche verso chi sta a casa, forse “son ragazzi” o come si diceva un tempo “poeti che sbagliano”.
Sono così buono che anche quest’anno regalo poesia in euro, anche se molta, adeguandosi con lungimiranza, è gia quotata in lire.