Giovanna Frene: ‘Stato apparente’

 

[…] In progressione, il libro passa da una cifra sentimentale ed emotiva a una maggiormente riflessiva. L’attitudine di entrambe è cupa. Uno sfondo platonico dà la chiave del titolo: «si attende senza amore che finisca questa lunga / apparenza». Dunque si tratta di questo: uno stato terreno fatto di apparenze, non amato, all’ombra di un materialismo vissuto senza essere accettato, nell’incertezza di sperare in uno stato ulteriore. L’impressione di un materialismo vissuto con disagio, se non con angoscia, per il consumarsi e morire, appare già nella prima parte con il confronto fra Eros e Thanatos, reso con originalità tramite un tocco logico. […]

(da: Giovanna Tuzet, recensione a Stato apparente, “Atelier”, n. 39, settembre 2005)

***

Poetessa con un “curriculum” già vasto, […] Giovanna Frene possiede un piglio tutto suo, che mescola la modernità (ma come intesa, per dire, da un Thomas S. Eliot, tra l’altro costante riferimento in questo libro: quella sperimentazione cioè che va a braccetto con una ricerca della e nella tradizione) a utili sfrenatezze formali. […] canta in una scrittura “in bianco”, priva di mobili accessori e tutta tesa all’indagine e all’immagine rasoiata, fissa, la Frene. Ma qui l’indagine, che è catabasi negli interrogativi assoluti che da sempre assillano l’uomo (il perché del tempo e della morte, e di ciò che si deteriora, e l’ambigua contrazione di divenire e sostare in sé), non giunge, non potrebbe più giungere, a risultati diversi dal silenzio, o dalla discesa ancora più fonda nel continuo niente che sovrasta l’eretto. Così la sapienza di una tradizione “duttile” e “fai-da-te” (tanto tipica proprio del modernismo inglese dei primi trent’anni del Novecento, prima cioè del “richiamo all’ordine”), non serve più a sostenere le ossa di quella (questa) civiltà che è già cadavere. Notevole a proposito il precocissimo poemetto Triade (datato 1990), con abbaglianti tracce, in un ritmo ossessivo, rituale e sghembo […]

(da: Federico Scardanelli (Davide Brullo), L’ossessione della Frene, recensione a Stato apparente, “Il Domenicale”, 12 marzo 2005)

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