Gli spazzolatori, con una scopa davanti al carrarmato
a pulire dalle mine il prato.
Oggi nel deserto in cerchio il vento sbatte,
maestro sminatore
sbatte le stoffe il vento e asciuga
la voce, asciuga le mani che restano intere
a tenere una stampella.
Ecco tutti i tipi di mine, che imparino a stanarle
là dove vanno – a campare.
La testa china sulla terra acquitrinosa, a cercare
una mina nel riso – brillano al tramonto
le risaie, la superficie è docile da qui
come un lago calmo, come niente fosse.
Ho imparato a stare sul fuoco in agguato
sotto lo specchio – un cane mi segue
una processione di fantasmi contadini
sulle mine dei campi, sembra quasi pace.
Sembrano leggeri e sottili, questi uomini che vanno
a raccogliere mine – dove dovrebbero
raccogliere riso.
Così chino sulla mia pesca violenta – torno a casa,
la terra mi mangia le gambe dei figli.
La guerra è per sempre.
*
Ci spingono, ci contano
i soldati non si accontentano
ma noi veniamo, da sole
per farci vedere, comprare patate
nutrire ostinate gli uomini
serrati in cantina, nel sottopassaggio
della stazione.
Le macerie confondono – ma noi
lavate e stirate, portiamo quello che resta
quello che salva.
Ho messo un vaso sul davanzale – sto qui
in ginocchio a guardare,
ho dimenticato com’era
la guerra ha occupato
tutto lo spazio – tutta la testa.
Quando l’allarme suonava
chi prendeva la figlia e chi prendeva il fratello
strette le mani, basse le spalle
con la valigia chiusa
dall’inizio della guerra.
Appoggiati a me
appoggiamo la vecchiaia alla terra
spostata ogni giorno di un metro.
*
Nevica su questa strada di cenere
e fango, nevica sulle baracche
e sull’albero bruciato.
Dentro stiamo intorno al fuoco, a guardare la brace
a fare presenza, alcuni sobri, alcuni ubriachi.
Oggi non ho mangiato, siamo rimasti dentro ad aspettare
i soldati ci danno pane, qualche sigaretta,
quando ci vedono passare con le braccia graffiate
e i figli nel carro.
È rosso sulla neve – il sangue rimane rosso sulla neve
cola dentro la radice della terra.
Non abbiamo voce nella guerra, solo un corpo messo alla prova
perché qualcuno lo sappia.
Perdonate la retorica del bene
semplice e assoluta come una pianta
ma ci sono parole che bisogna dire e ripetere
come bisogna sempre
dare acqua.
Il mondo è vedovo, Paola Turroni, CARTA BIANCA, 2010
In questi tempi bui mi ha ridato luce e speranza un libro bellissimo, che ha per titolo uno splendido verso di Amelia Rosselli, “Il mondo è vedovo”, di Paola Turroni. E’ un libro di forza epica e di grande impegno civile. L’impatto che ha sui giovani (ad esempio, i ragazzi di un Liceo bolognese, mi diceva la poetessa Maria Luisa Vezzali) è impressionante, grazie anche alla lettura intensa e performativa che ne fa l’autrice.
Non spaventi questa presunta epicità del testo, confermata dalla strutturazione in “cori” e “valichi”, quasi a ribadire una necessità corale di testimonianza di ciò che accade nella storia e una necessità di valicare i confini dell’incontro con l’altro in una geografia di reciprocità non più e non solo eurocentrica.
Si tratta qui di un’epica delle donne, quelle che “difendono la terra” in tutti i paesi del mondo, mettendo in gioco la loro forza relazionale contro le guerre, le violenze, le calamità, le sopraffazioni sessuali, l’uso distruttivo e letale dei dispositivi dell’essere.
Né vi si legga un mero femminismo, anche se c’è il respiro delle donne in questa resistenza al lutto e alla violenza, in questo pietoso “dare acqua”, in questo condurci per mano dentro le baracche, fra i bambini di strada e nel sud-est asiatico, da cui si leva il canto di Lynette, ragazza dell’isola di Han, a Papua, Nuova Guinea.
Il mondo è vedovo, dunque, come sono vedove le donne dei soldati contadini, dei clandestini che riempiono i barconi, mentre la folla dei morti è evocata dentro il nostro stesso quotidiano dalla presenza delle voci dei poeti (Brecht, Ungaretti, Pasolini, Anedda, Szymborska) testimoni del filo rosso di una resistenza che non si interrompe.
L’anafora, il congiuntivo esortativo sono le forme e i tempi più usati in questo libro pacifista e guerriero: si abbia la forza di dire il bene, dunque, di rompere l’indifferenza. Questo è il vero compito della poesia.
Dichiaro la mia volontà di leggere le successive raccolte pubblicate dall’autore per seguirne nel tempo la scrittura.
12 giugno 2011, Loredana Magazzeni, Bologna
Marcella Corsi
July 8, 2011
Vedo ora in rubrica i testi di Paola Turroni proposti da Loredana Magazzeni.
E’ difficile fare buona poesia di testimonianza – e questa è molto buona – ma è, credo, assolutamente necessario e meritorio, oggi come nel passato. E fa piacere (ma non mi meraviglia) sentire da Loredana che questi versi trovano gradimento e forte risposta tra i giovanissimi. Benvenuti dunque anche in Poesia condivisa, dove hanno avuto la precedenza su altre pur buone proposte, giacché davvero “ci sono parole che bisogna dire e ripetere/ come bisogna sempre/ dare acqua”.
Forza e umanità si leggono in queste parole di poesia che ci costringono a guardare, a sapere, a interrogarci.
Mi auguro dunque che Paola Turroni voglia accogliere anche l’invito a comporre per la rubrica un suo e-book.
Segnalo poi una difficoltà riscontrata nel reperire il volume: alla libreria Minimum fax in Trastevere mi dicono che, nonostante sia stato edito nel 2010, non risulta nel catalogo dell’editore. Possibile che sia già esaurito e uscito di catalogo? Sarebbe un motivo in più per pubblicare l’e-book… ma vorremmo anche poter leggere l’intera raccolta.
In attesa di poter leggere il tutto, un grazie di cuore a Paola e a Loredana
Marcella
Paola Turroni
July 8, 2011
Grazie Marcella per l’accoglienza e la passione con cui condividi.
Purtroppo è vero, la reperibilità del libro non è semplice, è quasi esaurito e si prevede una ristampa a settembre. Ti consiglio di rivolgerti direttamente sul sito dell’editore, c’è la possibilità dell’acquisto on line.
Se mi scrivi una email parliamo dell’e-book.
Grazie, buon lavoro
Paola
annamaria ferramosca
July 9, 2011
Due immagini da questi testi di Paola Turroni mi hanno attraversato con forza, quasi facendomi barcollare. L’esserci ridotti sulla terra a raccogliere mine, invece che riso( e altri anche metaforici frutti). E l’essere -noi donne- costrette a mettere un vaso sul davanzale, in ricordo della vita senza guerra. Mentre ci oscura la vista quel “rosso sulla neve” e ci ammutolisce la violenza. Eppure l’abbiamo, una voce. Come ,ancora una volta, questa parola di donna, solidale con i gesti di infinite donne,voce che smina la terra,che da secoli si fa sorgente di comunicazione, flusso naturale ostinato inarrestabile a indicare l’unica salvezza.
Loredana ha ben evidenziato questa spinta vitale e corale che Paola Turroni trasmette in versi memorabili e non sfiorati da retorica, pur essendovene- e grande, dato il tema – il rischio.
Ringrazio Paola per il dono della sua scrittura e Loredana per questa proposta “dalla redazione” . Abbiamo deciso infatti di intercalare di quando in quando nella condivisione qualche proposta redazionale (questa di Loredana dunque non ha subito il confronto con le proposte giunte in redazione, che saranno tutte valutate,insieme alle altre che giungeranno, per il prossimo bimestre).
Non ho ancora cercato Il mondo è vedovo, ma spero che la giovanissima casa editrice Carta Bianca disponga di ristamparlo. Perchè,se questa rubrica ha uno scopo, è proprio quello di invogliare i lettori all’acquisto dei libri di poesia. Stimolo che vogliamo rafforzare anche attraverso un e-book che contenga testi da altre raccolte, pubblicate e inedite, per un migliore focus sull’intera scrittura dell’autore presentato. Cosa resa possibile, come chi segue questa rubrica già conosce, attraverso la collaborazione con il sito LaRecherche.it.
Annamaria Ferramosca
stefano massari
July 9, 2011
ciao a tutti ..intanto grazie a loredana .. sono contento perché il mondo è vedovo è per me il libro di poesia italiana più bello che ho letto negli ultimi due o tre anni ..e abbiamo scelto di pubblicarlo proprio per questo ringraziando per la fiducia paola che spero sia stata contento del lavoro (faticoso e complesso) che finora siamo riusciti a sostenere intorno a questo libro importante ….poi
il libro è distribuito in modo indipendente da noi direttamente .. basta scrivere una mail a .. oppure andando sul sito http://www.cartabianca.name ..come comunicato in tutti i bollettini via mail o su facebook o dove siamo riusciti a farlo …abbiamo 13.000 contatti circa .. la scelta di non distibuire con MESSAGGERIE o PDE o altri distributori magari più piccoli è data dal fatto che loro sono cannibali – impongono quantità impossibili di copie e rientri praticamenti nulli …la maggior parte delle librerie la poesia non la vuole .. perché non vende .
abbiamo rapporti diretti con qualche libreria ‘amica’ dove il libro ha anche venduto .ma la maggior parte l’abbiamo venduta on line .. con numeri non indifferenti .. ela prima edizione è agli sgoccioli (400 copie) il progetto va nella direzione di costruire intorno alle sue produzioni un ‘pubblico’ collegato fiduciario e informato e ‘rifornito’ da ‘noi’ .. ….in questo modo per esempio siamo riusciti a pagare i diritti di autore in pochi mesi (cosa che non succede praticamente a nessuno..a partire da me che con tre libri superdistribuiti molto recensiti – e scarsamente presenti in poche librerie e per poco tempo – non è mai successo di ricevere un ‘ghello’ di diritti di vendita..) … quindi fatevi sotto ..
a presto . stefano massari
Anna Maria Robustelli
July 9, 2011
Mi piace questa epica delle donne che sposta l’attenzione verso la vita e il suo mantenimento (anche quel vaso sul davanzale). Non dimentichiamo mai di riportare l’attenzione su questo. Tutto il mondo in cui viviamo sembra regolato per consolidare una violenza che non vogliamo e che va sradicata (parola violenta, lo ammetto, ma solo a significare che non è un problema secondario farne a meno).Belle le parole di Paola Turroni e brava Loredana a segnalare “Il mondo è vedovo”.
Paola Turroni
July 9, 2011
Grazie Annamaria, i gesti delle vittime, dei sopravvissuti, di chi testimonia, sono l’ostinazione della vita, come quelle immagini che sottolini tu. Anche se questo libro finisce con un disperato funerale, non basta più la speranza, non bastano più nemmeno le parole d’amore. Ci vuole la durezza e la libertà di un parto.
Grazie per avermi ospitato e darmi questa possibilità di dialogo. Grazie anche a Stefano, che ha fatto un lavoro appassionato e indefesso, in un mondo editoriale davvero ostico.
Buon lavoro a tutti.
Marcella Corsi
July 9, 2011
certo, Paola, che ti scrivo.
Intanto ti dico che ho cercato di promuovere la proposta di poesia condivisa centrata sui tuoi versi informandone il laboratorio dei Moltinpoesia, di cui faccio parte: Ennio Abate che lo dirige e cura il blog l’ha pubblicata lì. Speriamo che arrivi anche qualche commento. Potrebbe accadere giacché il laboratorio è centrato anche su: quale poesia oggi? e spesso si dibatte sulla poesia d’impegno o di testimonianza.
un caro saluto
marcella
annamaria ferramosca
July 10, 2011
Bello questo giro di incontri attorno al libro di Paola. Stefano Massari che spiega la sua vincente strategia di bypassare la solita distribuzione e privilegiare la vendita selezionata in rete(vado subito a ordinare il libro là), Anna Maria Robustelli
che conferma l’apprezzamento di questa scrittura della testimonianza, Marcella Corsi che la dilata sulla sua rivista. Tutto avviene proprio nella direzione che Poesia Condivisa desidera, nell’interesse soltanto della poesia che dice e incide, ne sono felicissima e spero nel ben noto “circolo virtuoso” che incentivi la condivisione di altre valide proposte poetiche.
grazie a tutti!
annamaria ferramosca
fernirosso
November 11, 2011
Purtoppo non conoscevo l’autrice e sono davvero lieta di averla incrociata su queste pagine.Cercherò il libro certamente, ha una voce sostanziale e franca, profondamente ancorata alla vita, anche se di questa si vedono con nitidezza tutte le componenti dolorose e tragiche:guerra, morte, profughi, azzeramento delle abitudini eppure il riconoscimento di quanto, anche in un vaso di fiori alla finestra, è bellezza. Grazie.fernanda f.