Parola ai Poeti: Chiara Daino

Qual è lo “stato di salute” della poesia in Italia? E quello dei poeti?

70 di frequenza, valori nella norma, ipertensione lieve [140 su 90]…
La poesia, in Italia, NON gode – ma gode di ottima salute [non una «salute di Ferro» che finalmente si ascolterebbe più Metallo]: non mancano egregi artigiani [guai a bestemmiare la voce «Artista» – pena 14.233 colpi di frusta per mano di Sua Capziosità, Matrice Etimologica. O di Sua Tediosità, Modestia Simulata].
Non mancano tecnici purissimi proliferanti purismi. Non mancano accademici monatti di noia. Manca la malattia scarlatta, il morbo perla dell’ostrica, una sublime e salutare patologia! La poesia più proba è l’anestetico scrivere «poesia» minuscolo, il tracciato piatto del «senza lode senza infamia» [qualcuno potrà mai spiegarle CHE COLPA CRIMINALE MARCHIA LE MAIUSCOLE? Le Lettere sono – garbi o disturbi – anche disegno! Perché deve rinunciare alla panciuta piropa prominenza di una P maiuscola? Una P che accavalla sensuale una gamba, plasmando palmizio portatore d’ombra? Retorica Enfatica Me? Sì, Vostro Onore! Mi Dichiaro Colpevole di praticare oplepiano e oulipiano occulto, mi Dichiaro Colpevole con la C maiuscola e anche con la D, vezzo di senhal, nello mio Chiarissimo Dire].
Necrofilo e necroforo visibilio poetico, ricerca dell’etichetta, onorevoli onfali – seccano e sterilizzano. Per questo, poi, i poeti [che brava Dama, vi evita un attacco di laringospasmo – evitando la maiuscola] vantano un disastro clinico impareggiabile: ulcere giambiche, ipocondrie assortite, epatopatie da paracetamolo petrarchesco, bigottismo recidivo, pansessualismo di ritorno…
E poveri poeti! Strozzàti dall’osso di seppia, derubati delle maiuscole, carcerati in teterrimi stanzini, masticati da trentadue ore consecutive di reading monotonali, assaliti dalle poetesse che senza l’esse di uno specifico sessuale – sonettano altri settecento anni di glassata melassa bucolica! FA LA COSA GIUSTA: BONIFICA ANCHE TU UN POETA!
Il “poeta piallato poeta minuscolo” gode di tutta la comprensione che posso [ma non posso elargire grattini dietro le orecchie e cocicoci ai poetanti tutti! L’altr’ieri, aprendo una scatola di fagioli, mi son zompati due poeti piallati nel piatto. E sì che son minuscoli i poeti minuscoli, ma anche nei fagioli messicani? Lirica dei phaseoli ballerini? Ingegnosi… ]

 

Quando hai pubblicato il tuo primo libro e come hai capito che era il momento giusto? Come hai scelto con chi pubblicare? Cosa ti aspettavi? Cosa ti ha entusiasmato e cosa ti ha deluso?

28 novembre 2006 [o nei paraggi di quei carruggi! Di certo: il mio primo corpo cartaceo è coriaceo scorpione! Per questo pescinamente – ci litigo – da allora]. Se sia stato il momento giusto – solo Ronnie James lo sa! Ho comprato la tempistica da Mastro McLane: «lei è l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, al momento sbagliato! … La storia della mia vita!». Sannelli fece scouting e mi consigliò e mi editò, mi guidò e mi consegnò nelle mani dello mio editore primo. Prima che lo mio metallìo scrittorio praticasse altre e sue orbite.
La Merca
in circolo, mi aspettavo una scomunica papale e ancora non ho perso le speranze… Mi ha entusiasmato e oltremodo orgasmato: lo sdegno di genitori inviperiti che, durante la prima presentazione, lasciarono la sala del Teatro Modena di Zena. Mi ha deluso e oltremodo  ossessionato: la mancata ristampa. Ormai ho rivenduto anche l’ultima copia venduta, quasi un lustro fa, al caro amico cui la rubai nottetempo [l’ho rivenduta strappando la dedica, non sono così indelicata!]

Se tu fossi un editore cosa manterresti e cosa cambieresti dell’editoria poetica italiana? Cosa si aspettano i poeti dagli editori?

Se io fossi un editore, Ozzy Osbourne sarebbe al Senato! E se fosse, sarei: pessimo! Dovrei vendermi i reni [con tanto di calcoli] per pagare i debiti. E non servirebbe comunque ad un beneamato! Vorrei edizioni borchiate, edizioni intarsiate, edizioni piumate, … A seconda dell’Autore pubblicato; ingaggerei più Attori possibili per promuovere libri perimetrando la Penisola; porterei gli Autori a cena; … Un disastro!
Cosa si aspettano i poeti dagli editori? Che non li sodomizzino?

 

La poesia di domani troverà sempre maggiore respiro nel web o starà in fondo all’ultimo scaffale delle grandi librerie dei centri commerciali? Qual è il maggior vantaggio di internet? E il peggior rischio?

La mia sfera magica, al solito, capriccia. Mi mostra solo l’Italia segnata da una forte ripresa turistica. Sorvoliamo si tratterà di turismo sessuale e non Culturale… La Poesia [denunciatemi ma persevero nella colpa maiuscola] finché non tornerà, in uroborica orale salvezza, un atto detto – s’infognerà nel regno dell’hobbysmo e di una poetica minuscola. Non è difficile da comprendere: la metrica e le figure di suono ESISTONO perché la Poesia, in origine, implicava quel necessario «atto mnemonico!». L’abusato Verba volant – è pervertito! Gli scritti erano proprietà dei dotti e rimanevano nei cassetti [allittero! Allittero!]. Siano scaffali, siano canali, siano quel che siano o saranno – i carminosissimi corpi cartacei hanno bisogno di carnalissimi corpi carismatici! E ringhino gli esclamativi

 

Pensi che attorno alla poesia – e all’arte in genere – si possa costruire una comunità critica, una rete sempre più competente e attenta, in grado di giudicare di volta in volta il valore di un prodotto culturale? Quale dovrebbe essere il ruolo della critica e dei critici rispetto alla poesia ed alla comunità alla quale essa si rivolge?

[silenzio in scena. Risata fragorosa della durata di un semestre circa]. Io posso anche pensarlo, ma poi penserei quanti neuroni dei pochi rimastimi – stia sprecando invano, pensando panzane preadolescenziali… Comunità? Critica? Cultura? Tutto nello stesso fraseggio di un solo periodo di pensiero? Esistono e resistono numinosi e luminosi tentativi, ma una «presa di coscienza» e una «presa di posizione» collettiva e unanime si avrà quando e se: saremo abitati da follie aliene! Quei sparuti critici veramente capaci – ormai si radunano per darsi pacche sulle spalle, farsi forza di pupille fraterne e pie presenze … I critici dovrebbero depensarsi, non pensarsi! La capacità di giudizio – quante volte è onesto affrettare albe e quante, invece, un mascherare cloache di frustrazione?

 

Il canone è un limite di cui bisognerebbe fare a meno o uno strumento indispensabile? Pensi che nell’attraversamento della tradizione debba prevalere il rispetto delle regole o il loro provocatorio scardinamento?

Nessuno s’improvvisa. Punto.  Per un recondito mio personale pallino potrei – domani – improvvisarmi cardiochirurgo? Potere, per carità, potrei – ma suppongo non potrei farlo senza rischiare un soggiorno gratuito alla neuro! Posso essere naturalmente portata per la cardiochirurgia ma, prima, dovrei studiare Medicina e specializzarmi, ammazzarmi di pratica cercando di ammazzare meno pazienti possibili e – solo a quel punto – decidere se operare in posizione classica o in posizione Yoga, pompare Gould o Bruce durante l’incisione, indossare il tanga al contrario o vestire un camice rosso angelico! Lo stesso non vale, forse, per il percorso poetico? Per odiare l’endecasillabo, sporcarlo, trucidarlo, stramaledirlo in gaelico – prima – devo conoscerlo. Dopo: posso anche abbandonarlo nell’angolo remoto di un pericolosissimo liceo Classico

 

In un paese come il nostro che ruolo dovrebbe avere un Ministro della Cultura? Quali sono, a tuo avviso, i modi che andrebbero adottati per promuovere la buona Letteratura e, in particolare, la buona poesia?

NO! NON VOGLIO VEDERLO! Il Ministro della Cultura [ecce maiuscole? Vi sembra proprio questo il caso di redimerle?] NON VOGLIO VEDERLO! Un Ministro della Cultura che adotti metodi per promuovere la Cultura e la Letteratura e la Poesia [pleonastica, inspiegabile, *bontà*. La *cattiva* letteratura e la cattiva poesia non sono Letteratura né Poesia, a meno di non intendere – subdolamente – una qualche distinzione tematica…] NON ESISTE! Potrebbe esistere un Ministro del Calcio, un Ministro del Tetteculismo, potrebbero esistere ed esistono! Un Ministro della Cultura NON può esistere perché dovrebbe essere [saldatevi alle vostre putrelle] un Artista! Un’Artista [così nessuna poetessa si lamenta]. Perché in un universo meraviglioso e parallelo: Carmelo Bene, sì!, Ministro della Cultura!  E quale, invece, l’orrorifica realtà? Bondolizer 1.0
[affogo nel reflusso esofageo e ritorno…]

 

Quali sono i fattori che più influiscono – positivamente e negativamente – sull’educazione poetica di una nazione? Dove credi che vi sia più bisogno di agire per una maggiore e migliore diffusione della cultura poetica? Chi dovrebbe farlo e come?

Insegnanti e mezzi di comunicazioni di massa. Confido negli insegnanti

 

Il poeta è un cittadino o un apolide? Quali responsabilità ha verso il suo pubblico? Quali comportamenti potrebbero essere importanti?

Il Poeta abita l’ossimoro. Di seguito: un popolo povero di parole è un popolo povero e basta. Ineluttabile *Essere* prima di ogni *Fare*: chi non è quel che scrive, è un viscido criminale

 

Credi più nel valore dell’ispirazione o nella disciplina? Come aspetti che si accenda una scintilla e come la tieni accesa?

Una pinna ispirata e una pinna disciplinata. Quando la smettono di pinnarsi insulti, trovo tregua, spalanco le branchie e scrivo. Poi mi sfanculo, affogo riemergo riaffogo mi risfanculo e riscrivo.
Mai aspettato un benemerito! L’esofago a fiamme mi è prova di un fallito forzarmi pompiere. Alle soglie della «seconda età» prego per una docile, femminile, poetica scintilla! E invece mi segna un 1212 – e quel great fuoco che mi è: alter ego e alter rogo

 

Scrivi per comunicare un’emozione o un’idea? La poesia ha un messaggio, qualcosa da chiedere o qualcosa da dire?

Biografo. La Lettera è Vita, è viva! Spasimo per Søren, ma mai applicai l’aut-aut alla Scrittura. La Poesia è un messaggio, è tutto il messaggio virato e variato, declinato e musicato, la stremata corsa contro Crono. La Poesia è l’onnipotente filtro

 

Cosa pensano della poesia le persone che ami?

Per metà sono Poeti che odiano altri Poeti che polemizzano con altri poeti assillati dall’essere acclamati Poeti dai poeti prima citati per produrre una palingenesi poetica che si poeticizzi non poetica onde poetare una migliore poetica piena di prassi prossemica…
L’altra metà è famiglia Metallara. Tutti amano la Poesia e le Maiuscole. Non lo hanno mai detto a un poeta vivente. Per questo la loro anima borchiuta è salva.
Fuori classifica: parenti che non leggono Poesia. Specie: la mia

 

Sei costretto a dividere il tempo che più volentieri dedicheresti alla poesia con un lavoro che con la poesia ha davvero poco a che fare? Trovi una contraddizione in chi ha la fortuna di scrivere per mestiere? Come vivi la tua condizione?

Ehm… So che sarebbe più credibile credere Mondo Disco si trovi, in realtà, sul Monte Fasce – ma *è* il mio mestiere [pessima scelta, sconsigliata vivamente dall’Ordine dei Medici]. Se non è Pagina è Palco, ma giuro – sempre quella famosa zampa destra sul Black Album – che la Parola e la Scena mi permettono quei fagioli di cui sopra… [Pochi, ma mi manca una spiccata propensione alla prostituzione, quella che il Gaibax chiama poeticamente «esercizio della carità pelosa»]. Se fossi nata più furba e mi fossi forzata studiare Medicina [Chirurgia Estetica, of course] a quest’ora mi sciacquazzerei le gonadi nel gin tonic!

 

Cosa speri per il tuo futuro? E per quello della poesia? Cosa manca e cosa serve alla poesia ed ai poeti oggi?

Spero imparare la *grammatica piana*, scrivere 700 pagine inutili in un libro di 800 e – finalmente – vendere i libri a chili per comprarmi un buco senza l’ansia dello sfratto o senza settantadue coinquilini!
Alla Poesia, oggi, mancano i Lettori [possibilmente: paganti contanti]. Ai Poeti: idem

 


 

Chiara Daino, Genova, 5 marzo [gioco giocoso gioioso: conta i PPP in acrostico nelle risposte all’intervista] 1981, alterna produzione autoriale e attività attoriale. Tra le pubblicazioni: Metalli Commedia [Thauma Edizioni, 2010, poema borchiato]; Virus 71 [Aìsara Edizioni, 2010, versi]; Retroguardie [AA.VV., Limina Mentis Editore, 2009, versi], Le Altre forme delle donne [AA.VV., AlbusEdizioni 2009, versi]; Dead City Radio [di Luca Salvatore, Arcipelago Edizioni, 2008, traduzioni]; Lulù [in Rac-Corti, Perrone Editore, 2007, drammaturgia]; La Merca [Fara, 2006, romanzo]. Il resto è Teatro. Il tutto: è Metallo. Il non riportato in questa sede, sguazza in rete: http://www.chiaradaino.it/

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