L’Area di Broca: “Lavoro”


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Di lavoro si vive, si muore…


“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”
Costituzione Italiana, art. 1

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini Il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”
Costituzione Italiana, art. 4

 

…eppure la vita va in malora se non si lavora, se non si può lavorare, se non si riesce a trovare un lavoro, se lo si è perso e non lo si ritrova, se si è perso la vita per il lavoro (lavoro sporco, lavoro nero danno spesso conseguenze di morti bianche). Purtroppo possiamo continuare con altre definizioni legate al lavoro: lavoro a termine, lavoro a tempo parziale, lavoro somministrato (ex interinale), lavoro ripartito, Co.co.co (che vale come Contratto di collaborazione coordinata e continuativa), lavoro a chiamata, lavoro irregolare (detto comunemente lavoro nero), e si torna da capo…
Il tema (il problema) di questo numero è, ancora una volta, decisivo, non-superfluo, “centrale”. Proseguiamo, dunque, nel nostro (ormai quasi annuale) scandaglio entro i problemi che assillano il nostro vivere, la società, la cultura, tutti quanti noi, e primariamente i giovani.
LAVORO: questo che per troppi non c’è (dal gennaio 2009 ad ora sono andati persi in Italia più di trecentosettemila posti di lavoro, mentre il tasso di disoccupazione giovanile nel primo mese del 2010 è risultato pari al 26,8%. I disoccupati in Italia hanno superato quota 2 milioni, mentre ormai i licenziamenti avvengono spesso addirittura via fax). E ancora: in Italia negli ultimi cinque anni sono avvenuti 5 milioni di infortuni sul lavoro, con oltre settemila morti e duecentomila persone con invalidità permanente.
E nel mondo? Nel mondo, in molti (troppi) Paesi del mondo la situazione è assai più tragica, terribile, insostenibile.
Questo fascicolo, naturalmente, non tenta nemmeno di dar minimo conto di tutto questo. Ugualmente, cerca di fermare l’attenzione su uno dei temi certo più ardui, complessi, fondamentali del genere umano. Anche in positivo, se si pensa alla primaria importanza che, dalla preistoria ad oggi, il lavoro ha avuto per il genere umano stesso: insieme al lavoro, alla necessità materiale del lavoro, è nata la polis (e dunque la socialità, il vivere comune, la politica, le ideologie), l’artigianato e l’arte, la ricerca scientifica e da questa la tecnica. Intorno al lavoro, a motivo del lavoro (lavoro esso stesso) s’è da sempre esercitato l’umano pensiero, sono nati il linguaggio, la cultura. Del resto, non è forse vero che tutto è lavoro? L’universo tutto lavora, il cosmo è in perenne movimento, mutazione, evoluzione, mentre qua sulla Terra è incessante il moto/lavoro di tutto ciò che è, che consiste. Ogni creatura (vegetale, animale) lavora incessantemente alla propria sussistenza, sopravvivenza.
Come pensare, quindi, di affrontare questo mare magnum in un solo, esile fascicolo di rivista? Al solito – come siamo soliti fare –, sintetizzando al massimo, consapevoli delle nostre minime possibilità dinanzi a tanto problema.
Buona lettura, dunque, e scusateci per tutto quel che manca.

Mariella Bettarini

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