Fabio Pusterla – Scheda Autore

Fabio Pusterla nato a Mendrisio, vive a Lugano. Insegna da alcuni anni lingua e letteratura Italiana a Bellinzona. Poeta in proprio di ascendenza espressionista, Pusterla è da anni il traduttore e il curatore dell’opera poetica di Philippe Jaccottet. Del suo lavoro come traduttore, condotto attraverso un recupero dei materiali poetici del Novecento italiano, ha scritto Pier Vincenzo Mengaldo: “si può dire che il poeta ticinese ha realizzato in queste versioni, con nobiltà di patina ma stringatezza di scrittura, un’eccellente triangolazione fra Jaccottet, se medesimo e il senso della lingua poetica italiana”.

Fabio Pusterla è nato a Mendrisio, in Svizzera, il 3 maggio 1957. Ha conseguito la Laurea in lettere moderne con Maria Corti presso l’Università di Pavia. Vive e lavora tra la Lombardia e Lugano, dove insegna lingua e letteratura italiana al Liceo Cantonale della città.
Oltre ad essere un poeta, Fabio Pusterla è attivo un traduttore (Philippe Jaccottet, Yves Bonnefoy, Nicolas Bouvier, André Frénaud, Guillevic, Nuno Júdice, Corinna Bille Maurice Chappaz, Eugenio De Andrade, Benjamin Fondane, Jean-Luc Nancy) e saggista . Ha diretto l’edizione critica delle opere di Vittorio Imbriani e pubblicato saggi, traduzioni, volumi di versi. Fu tra i fondatori della rivista letteraria Idra, pubblicata a Milano da Marcos y Marcos, e ha curato l’antologia di poesia francese contemporanea Nel Giorno pieno dell’oscurità. Scrive per giornali e riviste in Svizzera e in Italia. Alcuni dei premi letterari, che ha vinto sono: il Premio Montale, il Premio Schiller, il Premio Prezzolini e la Lionello Fiumi Award.

Una delle caratteristiche più ricorrenti della produzione poetica di Pusterla è il suo stretto contatto con la realtà. Una realtà materialmente, oltre che storicamente e culturalmente, determinata. Pusterla riprende il discorso avviato in Italia da Eugenio Montale e prima di lui da Guido Gozzano (con il suo “piccole cose senza importanza”) e nei paesi anglosassoni da Ezra Pound e TS Eliot. Tuttavia, mentre nel caso di Eliot e di Montale c’era una preventiva ‘selezione’ degli oggetti poetici, in Pusterla sono gli oggetti a far parlare il poeta, il cui sguardo funge da intermediario della scrittura poetica. Ciò determina un graduale ridimensionamento del sé lirico, che si mimetizza tra gli oggetti e le questioni veicolati dal messaggio poetico.

Caratterizzata in partenza da un forte influsso espressionista (come ha notato Pier Vincenzo Mengaldo), ma con venature più pacate che la inseriscono nella tradizione anceschiana della “Linea lombarda” (Giorgio Orelli e Vittorio Sereni), la poetica di Pusterla è andata sempre più avvicinandosi a una poesia dal forte contenuto civile (si veda in particolare Folla sommersa), mentre l’esperienza di traduzione legata strettamente a Philippe Jaccottet lo ha portato a una sempre maggior attenzione agli oggetti del quotidiano, alle vite e cose dimenticate (Cfr. Le cose senza storia), rafforzata probabilmente dalla provenienza geografica decentrata (Pusterla è cresciuto in una città di frontiera, Chiasso, e insegna attualmente a Lugano, nella Svizzera di lingua italiana). Nel 2007 gli è stato conferito il secondo più importante premio letterario svizzero (secondo solo al Gran Premio Schiller): il Prix Gottfried Keller. Nel 2009 la “collana bianca” dell’editore Einaudi ha pubblicato un’antologia di poesie del periodo 1985-2008, sotto il titolo Le terre emerse, con il quale nel 2009 ha vinto la sezione poesia del Premio Giuseppe Dessì.

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